Teognide, Circa VI secolo a.c. – circa V secolo a.c.

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Furius-Alexander
view post Posted on 1/12/2008, 02:47




Notizie biografiche

Teognide fu un famoso poeta elegiaco e gnomico vissuto tra il VI e il V secolo a.c. come si può dedurre dalle testimonianze che collocano il
fiorire delle sue opere tra la LVIII e la LIX Olimpiade (548 - 544 a.c.) e i riferimenti alle guerre persiane (490 a.c.) contenute nelle sue opere.
Teognide nacque in Grecia, a Megara, da nobile famiglia dorica e fu esiliato dai democratici in seguito a lotte intestine alla città, per cui, esule, dovette viaggiare molto come lui stesso ci riferisce nelle sue elegie, raccontandoci dell’accoglienza ricevuta a Sparta, nell’Eubea e in Sicilia dove, pare, avesse ricevuto la cittadinanza di Megara Iblea, fatto che trasse in inganno Platone che, nelle “Leggi”, definì Teognide nativo di Megara Iblea.

La vita e le opere di Teognide sono inscindibilmente connesse alle vicende politiche dell’epoca travagliata che ha preceduto la sua nascita, che videro Megara prima liberarsi dall’influenza di Corinto sotto la guida della nobiltà dorica, poi, in preda a lotte intestine che portarono alla tirannide di Teagene.
Le fonti storiche raccontano che Teagene ottenne la guida del partito della plebe conducendo attacchi alle proprietà degli aristocratici e usando abilmente le sue capacità demagogiche, e, dopo aver così ottenuto la fiducia popolare, ottenne con voto della plebe una scorta armata che usò per allontanare dalla città gli aristocratici e proclamarsi tiranno (circa 630 a.c.).

Teagene fu scacciato da Megara, circa nel 600 a.c., da una contro rivoluzione guidata dai nobili in esilio aiutati dagli spartani, che portò al governo il partito democratico il quale, dopo un breve periodo di governo moderato, incominciò a formulare richieste pressanti ai nobili chiedendo di mangiare lussuosamente nelle loro case, ottenendo ospitalità anche con la forza e scacciando le persone più in vista della città. Ma gli esiliati tornarono e ristabilirono un governo oligarchico.

Teognide nacque in questa epoca di passaggio, di travagli sociali e politici, di rivoluzioni e contro rivoluzioni che spazzarono via l’antica aristocrazia dorica, come lui stesso racconta nelle sue elegie.


Le opere

Delle opere di Teognide sappiamo che compose delle elegie di cui sopravvivono solo frammenti che rendono difficile ricostruire i componimenti originali, peraltro i suoi frammenti sopravvissero sotto forma di sentenze a carattere morale, gnomai, che svolgevano un ruolo educativo nell’antichità assieme alle sentenze di Esiodo, di Solone e di Focilide e, secondo Senofonte, Teognide era considerato maestro di saggezza e virtù ed erano apprezzate maggiormente le sue composizioni di carattere generale rispetto a quelle riferite ad una particolare occasione.

Teognide scrisse elegie di argomento politico, conviviale, affettuose ed occasionali rivolte ai suoi amici e, in particolare, a Cirno, destinate ad essere lette o recitate alla fine dei banchetti (symposia), nei comos, accompagnate dal suono del flauto, come si deduce dai frammenti superstiti.
Si può supporre che queste elegie furono raccolte ed organizzate per argomenti, Teognide ancora vivente, o addirittura fu lui stesso a raccoglierele e ad organizzarle, e furono diffuse così come un unico blocco poetico in cui si persero le divisioni originali.
In seguito, o contemporaneamente, furono estratti coppie di versi, o interi paragrafi, a carattere morale che furono uniti in un corpus gnomico senza alcun riferimento alla posizione originaria, interpolandoli a sentenze di altri poeti elegiaci, senza considerare gli errori dei copisti.
In questo modo, si può supporre, si sia formato il corpus di sentenze pervenutoci dall’antichità.

Argomento centrale delle sue sentenze è il cambiamento politico che ha portato al governo della sua città natale i democratici o kakoi, i plebei, mentre gli agathoi, i nobili, alla cui fazione Teognide appartiene, sono in esilio lontano dalla loro madre patria:

Arrivai alla terra di Sicilia ed alla pianura di Eubea, coi suoi vigneti,
e a Sparta giunsi, la splendida città sull'Eurota ricco di canne.
Tutti mi accolsero con affetto, ma non ne ebbi gioia nel cuore
poiché niente mi è caro più della patria.

Nessun amico e nessun compagno fedele per l'esule:
questo è più amaro dello stesso esilio.

Disperato l’amore per un esule, Cirno:
quando torna a casa non è più lui.


Così Teognide riversa sui nuovi governanti di Megara il proprio aristocratico sdegno, dandoci una testimonianza di come nei cambi di regime i perieci fossero ammessi alla cittadinanza:

O Cirno, la città è ancora la stessa, ma altro è il popolo:
quelli che prima non conoscevano né usanze né leggi, ma
intorno ai fianchi logoravano pelli di capra, quelli che fuori
della città pascolavano come cervi, ora son essi i capi, o
Polipaide; e quelli che prima erano nobili ora non contano
più. Chi resisterebbe a tal vista?
S'ingannano e si deridono l'un l'altro, e dei beni e dei mali
coscienza non hanno.


I termini agathoi e kakoi non hanno un significato morale come avranno nei secoli successivi, ma indicano l’appartenenza a due funzioni spirituali differenti per cui solo chi nasce tra i “migliori” sarà valoroso in combattimento e avrà una condotta virtuosa adatta a governare bene; così i nuovi padroni della città hanno come unico metro di giudizio la ricchezza.

Conoscerai l’animo di questi miserabili:
come nessuna lealtà abbiano nelle loro azioni;
come animo la frode, l’inganno e i raggiri,
uomini che mai più si salveranno.


Teognide lamenta anche il miscuglio delle classi sociali, spinto dalla ricchezza, con una metafora da allevamento:

Montoni, asini e cavalli di qualità noi bramiamo,
o Cirno, e vogliamo destinare alla monta
quelli di razza pura. Ma un nobile non ha scrupoli
a sposare una plebea, di padre plebeo, se gli porta molto denaro;
né una signora ricusa di esser moglie di un plebeo
che sia ricco: alla nobiltà preferisce la ricchezza.
Pregiano solo i denari; e un nobile sposa la figlia di un plebeo,
e un plebeo la figlia di un nobile: così la ricchezza ha mischiao le stirpi.
Non ti meravigliare, dunque, o Polipaide, che la razza
Dei cittadini si oscuri: il buono si mescola al cattivo.


Teognide, oltre che di politica, si occupa anche di questioni morali come, per esempio, se vizi e virtù siano innati nell’uomo.

Generare e allevare un uomo è più facile che educarne la mente.
Nessuno è mai riuscito in questo, a far saggio lo stolto e buono
il cattivo. Se agli Asclepiadi il Dio concedesse di guarire dalla
malvagità, e rischiarare le cieche menti degli uomini, molti e
grandi profitti essi ne trarrebbero. Se fosse possibile fabbricare
il senno e infonderlo nell'uomo, nessun padre buono avrebbe
figli cattivi, ché l'educherebbe coi suoi saggi consigli. Ma gli
insegnamenti non renderanno mai buono il cattivo.


Ma forse le considerazioni più interessanti riguardano la Hybris, la dismisura, cioè l’atteggiamento arrogante degli uomini nuovi ad andare oltre il destino assegnato loro dagli Dei, sia nella misura che nella funzione svolta all’interno della comunità concepita ancora organicamente, espresse sia come critiche diretta alla dismisura, sia come inviti alla misura e alla ponderazione dei propri desideri.

La dismisura (Hybris), Cirno, primo fra i mali un dio
mandò all’uomo per togliergli tutto.

Neppure cercando tra tutti gli uomini troveresti
quelli, che solo una nave potrebbe trasportare,
a cui sulla bocca e sotto gli occhi sia
la misura e il guadagno non spinga alla truffa.

Cirno, non fare grandi discorsi: nessuno sa infatti
Ciò che un giorno e una notte possono portare.

Non pensare a cose impossibili e non desiderare
ricchezze: in questo modo non si conclude niente.


Consigli per la lettura

http://it.wikipedia.org/wiki/Teognide

Dice poco.

http://www.liberliber.it/biblioteca/c/caru...ti/teognide.htm

Biografia con vistoso errore: dà per certa la nascita in Sicilia che invece è molto improbabile.

http://www.liberliber.it/biblioteca/c/caru...testi/brani.htm

Alcune sentenze.

http://www.einaudiscuola.it/enciclopedia_a...i/teognide.html

Ottima voce.

http://www.la-poesia.it/antichi/greci/greci-teognide.htm

Raccolta di sentenze.

http://www.pedro.it/webs/millelireonline.i...gnideonline.htm

Edizione on line del libro delle edizioni mille lire, bassa qualità dell’immagine, ma sentenze interessanti.

Purtroppo non sono riuscito a reperire una versione integrale della silloge teognidea quindi vi consiglio i seguenti libri in inglese, gratuti:

http://books.google.it/books?id=g3wQAAAAIA...is&lr=&as_brr=1
Le opere di Esiodo, Callimaco e Teognide.

http://books.google.it/books?id=dX9--7AEnP...s_brr=1#PPP1,M1

La vita di Teognide attraverso i suoi stessi frammenti.
 
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